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Quei no che che pensano di superare la scienza

Da sempre esistono i “professionisti” della protesta, che ora si chiamano no-vax, ma, come è facile ricordare in Italia e nel mondo, gruppi innumerevoli di chi con grida, insulti e manifestazioni condite di ogni genere di accuse personali e non, sono riusciti ad attirare folle più o meno numerose di scontenti, con il fine di ottenere risultati utili soprattutto per chi usa qualsiasi forma di scontento a proprio vantaggio. E credo che non ci sia bisogno di indicazioni più precise per comprendere le mie parole anche in riferimento all’Italia dove il movimento che poi vinse le elezioni si era presentato come quello del rifiuto, del no, nonché della ribellione.

I fatti successivi hanno confermato senza ombra di dubbio quanto ho detto sopra e che trova conferma nella storia, nelle cui pagine si impara come i movimenti di protesta e di ribellione preludano sempre o quasi sempre a regimi forti, in cui proprio la protesta da cui essi stessi hanno avuto origine non trova alcuno spazio. Ma per venire ai giorni nostri non si può non ricordare che ormai da un anno e mezzo il mondo soffre per una pandemia che ha già provocato milioni di vittime e non poche anche in Italia. E tutti abbiamo vissuto la paura dei contagi, paura che ha portato in tutti una sorta di depressione derivante dalle inevitabili restrizioni decise a livello locale e nazionale per cercare di contenere in ogni modo possibile la diffusione dei contagi. E senza dubbio, pur nella consapevolezza che le restrizioni fossero corrette e necessarie, si avvertiva dentro e fuori di noi un vuoto derivante dalla mancanza di rapporti umani, acuito naturalmente dalle tristissime notizie che caratterizzavano i nostri giorni.

Ma, credo sia giusto ed importante ricordare in modo che non si cancelli dalla nostra memoria che cosa in termini di apprendimento, ma forse ancor di più di disagio psichico e fisico è costato ai nostri ragazzi che hanno vissuto un anno scolastico quasi per intero in dad. Forse imparando meno, ma soffrendo di uno strano senso di solitudine e di smarrimento che le lezioni a distanza aumentavano ogni giorno di più. E questa realtà davvero drammatica, nessuno può e deve sottovalutare, che abbia o no figli. Perché senza dubbio quanto sofferto nei mesi scorsi lascerà dietro di sé un segno indelebile di dolore e di ansia che non sarà facile superare.

Ma, da alcuni mesi la scienza con una celerità mai conosciuta prima ha messo a disposizione dell’umanità i vaccini unica reale “terapia” per mettere il terribile virus nell’angolo e perché nuoccia il meno possibile e il meno gravemente possibile. Altre strade non ci sono per ora e mi sembra che quella del vaccino stia dando i suoi frutti. Purtroppo per, mentre gran parte della popolazione li ha salutato come segno di salvezza, ci sono e stanno facendo sentire la loro rumorosa voce coloro che non vogliono vaccinarsi.

Si dirà che le libere scelte in un paese democratico sono non solo lecite, ma persino simbolo di libertà di scelta e di espressione e vanno rispettate. Sì, certo. Ma, ogni libera scelta deve basarsi su un carattere tanto specifico quanto fondamentale che deriva da una certezza altrettanto democratica e che sola è capace di dare al termine libertà il suo più pieno e vero significato. Intanto ed innanzitutto partendo dalla certezza persino banale per cui io sono libero, se e fino a quando la mia libertà non nuoce a quella degli altri.

E qui sta il nocciolo della questione, perché chi sceglie liberamente, nel caso specifico, di non vaccinarsi, ha il diritto di farlo, ma, e mi sembra estremamente semplice da comprendere, in nome del suo diritto non può neanche pensare di poter nuocer a chi altrettanto liberamente ha scelto la via del vaccino. Voglio dire che nessuno che non sia vaccinato può permettersi di imporre la propria presenza accanto a persone e in luoghi, in cui il pericolo di contagio è evidente e manifestamente confermato dai fatti già accaduti e verificati. Ed ecco il significato del green pass, che non è una scelta anti libertaria, ma, al contrario, è proprio con questo documento che si tutela sia la libertà dei vaccinati, sia dei no-vax.

Con la naturale conseguenza che chi ha scelto il no deve essere riconoscibile, né questo può essere considerato illegittimo o addirittura anticostituzionale. Né tanto meno il passi può essere considerato alla stregua di altri simboli di cui la storia è insanguinata, come qualcuno ha fatto nel tentativo vergognoso almeno di confondere le idee, inneggiando alla libertà negata. Ho persino sentito un medico negare non solo la validità del vaccino, ma l’esistenza stessa del covid e della sua tremenda diffusione, risolvendo il tutto in un colpo dì aria da curare con bevande calde con tanto limone. Poi ci sono coloro che dicono di non essere no-vax, ma solo di voler aspettare per capire quali saranno o potranno essere gli effetti del vaccino sulla lunga distanza.

E questa è proprio il tipo di astuzia terra –terra, che cerca una autodifesa, ma nel contempo, ed è inevitabile, considera gli altri delle cavie di cui non vuole far parte. Della serie” io sono più intelligente ed astuto più di te”. Mi sembra allora evidente e condivisibile il principio per cui la libertà di ogni individuo va immessa e convalidata a seconda delle condizioni effettive e generali nelle quali la libertà del singolo va ad inserirsi e soprattutto ad agire. E le posizioni dei no-vax e dei no-pass ben si possono inserire e ben rispondono alla “qualità” e alla tipologia della situazione che stiamo vivendo e che non conosce il grado zero se non nella ottemperanza ai principi scientifici e alla ricerca. Il resto deve rimanere nell’ambito delle opinioni. tutte rispettabili, ma, ahimè, incapaci da salvare vite umane.

09.08.2021                                                                                  

Sara Gilotta

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